CAIT, Camera Avvocati Immigrazionisti del Triveneto, esprime la propria preoccupazione per la
situazione delle persone trattenute sulla nave Sea Watch e chiede che ne venga immediatamente permesso
lo sbarco in un luogo sicuro, ove, in stato di libertà, siano poste nella condizione di esercitare i loro diritti
fondamentali.
Da quanto appreso, si tratta di donne, uomini e minori provenienti dalla Libia, originari di numerosi
Stati africani, che presentano segni evidenti di maltrattamenti e torture recenti.
La normativa internazionale e nazionale impone l’obbligo agli Stati di garantire lo sbarco immediato,
e non appare chiara alcuna delle ragioni che consentono il perdurare di questa gravissima situazione.
L’avvenuto salvataggio in zona SAR di un Paese non comporta l’obbligo che le persone salvate vengano
poi sbarcate in un porto del medesimo Paese, né nel luogo di bandiera della nave che opera il salvataggio.
E ciò a maggior ragione quando, come nel caso di specie, la zona SAR sia quella della Libia dove gli
uomini e le donne, in palese violazione dell’art. 3 della CEDU, vengono sottoposti a sistematiche pratiche
di tortura e trattamenti inumani e degradanti, come testimoniato da numerose fonti dell’ONU.
Intervenire sulle ragioni che provocano le migrazioni irregolari e prevenire in futuro nuove
migrazioni non esime oggi il nostro Stato dal gestire quanto sta avvenendo nel pieno rispetto della
Costituzione italiana e della normativa internazionale e sovranazionale garantendo a tutti la piena tutela
dei diritti fondamentali.
Il rifiuto di consentire lo sbarco nonostante le accertate condizioni di sovraffollamento, promiscuità,
senza accesso a cure mediche e generi di prima necessità costituisce una violazione del divieto di
trattamenti inumani e degradanti previsto dagli articoli 2 e 3 della CEDU, una violazione del principio di
non-refoulement nonché la negazione del diritto di accedere alla procedura di asilo garantiti dalla
Convenzione di Ginevra del 1951 e dall’art. 10 della Costituzione italiana.
Si chiede, pertanto, che le Istituzioni Italiane garantiscano il pieno godimento dei diritti fondamentali
ai migranti oggi trattenuti sulla Sea Watch nel rispetto della nostra Carta costituzionale, baluardo del
nostro stato di diritto.

comunicato CAIT sulla Sea Watch